23 - "Proteggiamoci dalle nostre debolezze" - Insegnamenti e meditazione NgalSo

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O. Oma. Guru. Face radar, assommati. Monisha, sani e korn 8, guardagni. Scriba. Jaguar. San magno star. Wars, di. Omaha. Guru. Sommati. Monisha. Sunny, car ma o tavar, daniele. Bachauer. Samanya, star wars. Curva, jodar. Assommati. Moniscione. Corpo. O tovar. Daniele. Borgia, corso. Magno. Sorbo. Sì. Ecco. Che. Coda. No. No. A occhio. Assurdo. Da. Chi. No. No tu no. No. The year me. Cito. Jing. All. Occhio. Che. Lo. A. Chi. Ha chiesto. No no. No. O. No. Per. Me. Eto'o g. Allo. Marchio, ce. L'ho. Ma. Chi. è questo. Mondo. Mondo. Pochi, hanno. Ma. Chi, è che tu. Ier, me. Eto'o. Che. No. No. Ogni. Ma. Om. Tokyo. No. Suo. O o. O o. Moni. No. Sciacca. Non. So. Oh oh. Oh. Comuni. Ma. Sciacca. Moglie. So. O o. O. Buonasera. Uno. Dei punti, importanti, da. Comprendere. Non. Solo riguardo. Filosofia. O conoscenza. Ma. Nella nostra. Vita. In generale, e. Non. Posso dire. Comprendere. Bene chi siamo. Ma. Anche da un punto di vista molto pratico. Per. Dire quando conosciamo, bene nostro corpo, quello ci permette, di poter fare, le scelte giuste riguardo. Il corpo. Quando. Conosciamo. Bene. Il modo in cui il corpo reagisce, sappiamo. Meglio cosa, fare e cosa non fare eccetera. Eccetera, quindi conosce, quando conosciamo, come come. Qualcosa funziona. Possiamo. Interagire con, più consapevolezza. Riguardo. Quella, cosa. E nel nostro essere, uno. Degli appelli aspetti, molto importante, è, il fatto che il nostro corpo, e la nostra mente. Sono profondamente. Connessi. Ed. è importante, anche conoscere. Bene. Come. Funzionano, questi meccanismi. Perché. Come. Abbiamo detto. Settimane. Scorse, non esiste, questo, modo. Di spiegare, nella quale si dice che il. Corpo, e come il cavallo alla mente come il cavaliere, questa, metafora che, viene utilizzata. Perciò. Il. Corpo, non può andare, dove la mente non lo direzione. Però. A sua volta, la mente non riesce, ad arrivare, dove. Il corpo non può arrivare, quindi finché, siamo in questa vita siamo legati, a questo corpo, perciò non. Possiamo percepire. Ciò. Che il corpo non può percepire come, i nostri cinque, sensi non, riusciamo ad arrivare in, un luogo dove, il nostro corpo non ci permette, di arrivare e così via, questo succede, a livello grossolano. A, livello sottili, e a livello molto sottile. Dall'altra. Parte però c'è un punto che è molto importante per, noi da capire. Che. E vero che la mente il cavaliere. Quindi alla mente è. Colui. Che colei, che, direziona. Il. Cavallo, il corpo. Però. Il, cavallo, a sua volta a dei suoi meccanismi. E. Se. Ve ne viene messo in certe condizioni a delle, reazioni su, e indipendentemente. Dalla, direzione che venga data o meno. E. Abbiamo questo, rapporto estremamente. Profondo. Come si può dire. Unificato. Che. Ci sono delle cose che, abbiamo delle, reazioni che, vengono dal corpo, e noi crediamo che noi li facciamo dalla. Mente come se fossimo noi a scegliere. Quando. In realtà siamo, profondamente, influenzati. Anche tramite, il nostro corpo. Noi. Abbiamo. Visto, settimana, scorsa, che siamo composti di questi cinque, aspetti abbiamo. La quel corpo, quindi l'aggregato, della forma. Abbiamo le sensazioni. Il, discernimento. Il, fattore composizionale. E, la cosiddetta, coscienza. All'interno. Di questo, le, sensazioni. E il discernimento sono. Quelli che un po vanno a direzionare. Le nostre scelte. Gran. Parte di quello che noi facciamo è a causa, di queste due cose, io. Quando, faccio qualcosa. E, o perché, voglio ottenere, una sensazione. Di piacere o. Perché voglio evitare, una. Sensazione. Di sofferenza. O. Perché voglio qualcosa che. Io credo. Che mi porterà. In un futuro soffer. Felicità, o mi farà evitare, sofferenza, nel futuro. Perché. Io credo che è giusto fare il giusto. Io credo, che è. Meglio. Fare, quella cosa perché poi dopo mi aiuterà, anche se nel momento immediato. Non mi porta una sensazione. Di piacere, o di sofferenza. Ok. Questo, rientra in quello che il discernimento no. Anche gli, insegnamenti, di buddha dice che, le. Due cause principali per. I conflitti, sono. Sensazioni. Attaccamento. Alle sensazioni. E attaccamento, al, discernimento. Questo. è quello dove il. Solito c'è. Conflitto, perché se due persone si, trovano. Dinanzi. A uno stesso oggetto quell'oggetto. A una persona, porta una sensazione, piacevole all'altra. Porta una sensazione, spiacevole. Quando. Ci troviamo dinanzi a una sensazione, piacevole. Qual. è la reazione naturale che, abbiamo. Attrazione. Davanti. Alla sensazione. Spiacevole. Naturalmente, abbiamo a. Versione, se. Noi due persone. Ci troviamo nello stesso, luogo e, uno a trazione, e l'altro, a versione. Riguardo lo stesso oggetto. Cosa. Succede. Conflitto. Io. Lo voglio togliere, ma ero io lo voglio tenere ma perché tu lo vuoi tenere no perché perché va a me invece mi fa piacere no però mi fa male però io voglio sa perché fa bene perché, alla fine siamo egoisti. E. Magari io accetto di toglierlo. Perché è vero che a me mi piace quell'oggetto, però.

Il Peso, del conflitto è maggiore, che il piacere dell'oggetto. Quindi. Dico va bene piuttosto, che litigare con te. Lascio. Che mi tolgo a questa cosa di mezzo, perché. Il piacere dell'armonia, e maggiore che il piacere dell'oggetto e io non ci vuole restare in conflitto, mi piace l'armonia. No. Quindi. Alla fine dei conti, noi facciamo queste, scelte. Continuamente. In questo modo siamo. Direzionati. Tramite, questo aspetto dell'attaccamento. Che abbiamo a le sensazione. E, l'attaccamento, che, abbiamo al discernimento. Che. Perciò. Quello. Che accade che quando, c'è qualcosa che ci dà una sensazione di, piacere. Naturalmente. Cosa. Abbiamo verso di quello. Attrazione. Però. Non è concettuale, sa. Quindi. Cosa succede. Quando sperimentiamo. Piacere, verso, qualcosa che noi, sappiamo che, non è bene buono. Devo. Qualcosa. Mangio qualcosa faccio. Qualunque cosa sia che la sensazione, in sé è piacevole. Però. Il discernimento dice, no quella cosa non va bene. Perché. Io so che a lungo termine quella. Cosa mi farà male a medio, termine mi, farà male so che fa male a un'altra persona io, non voglio vedere l'altro soffrire. Quindi. Un. Altro conflitto, e quando, la sensazione. è piacevole. Quindi più porta una attrazione. Però. Il discernimento mi. Porta a una avversione. Quindi noi ci troviamo dentro, di noi con due forze, opposte. E. Da qui entriamo, in quei dialoghi, infiniti. Di. Noi con noi stessi. Entriamo lì che dire no ma si, è meglio perché. Ma no ma guarda che non starà ma deve essere così eccetera, eccetera, e, questo diventa uno, in più fra i nostri. Tantissimi. Conflitti. E contraddizioni, interne, che amiamo. Perché. Di tenero è che qua non ha mai avuto una contraddizione, con, se stesso. Nessuno. O. Mi sbaglio. Perciò. Le contraddizioni. Sono abbastanza. Normali. Però. Quello che noi non siamo proprio, capaci, e, che quando qualcosa, c'è, una sensazione, piacevole. Inevitabilmente. Noi, vogliamo, più di quella cosa lì anche. Se sappiamo che non ci fa bene. Quindi. Come, facciamo per evitare. Di. Andare a cercare. Quello. A cui abbiamo attrazione. Perché. La sensazione piacevole. Convincendoci. Che gli. Effetti negativi sono, troppo, gravi. Per, fare questo dobbiamo riuscire. A collegare, cause. è risultato. Perché. Una delle nostre forme di ignoranza, e che mentre stiamo facendo, qualcosa, non. Riusciamo a collegare, i risultati. Che questa cosa porterà, così. Come, quando viviamo i risultati, non riusciamo a collegare, con le cause che sono avvenute, per, esempio. Quando. Si manifesta. Una malattia nel corpo. è. Un oggetto di avversione la malattia il. Dolore il, malessere tutto. Quello che ha portato tutto. Tutti i sintomi che ha la malattia, però. Di solito la, malattia. Viene. Creata. Nel momento, immediato. Appena, prima del sintomo, over. è creata, nel. Tempo. Precedente. Possono essere settimane. Mesi anni. Precedenti. Nel quale sono state piccole, scelte che, interagendo, fra di loro gradualmente. Hanno creato quello squilibrio, interno, che, ha manifestato quei, sintomi. Il, solito è così. Così almeno è questo come lo vedo io. Raramente. Quale, ha una malattia che, non so neanche se come non ne ho neanche una malattia ti, rompi un braccio, che. Scivola. Cadi si rompe il braccio. Prendi. Mangi una cosa farai un'intossicazione alimentare. Che. è chiaro quella cosa lì ho mangiato, era marcia ma è fatto male però. La, gran maggioranza delle, malattie che ci sono vengono. Create, nel, tempo, non. è una cosa immediata e. La difficoltà, è che quando, noi abbiamo il sintomo, della malattia, e. Anche riusciamo, a riconoscere qual, è la malattia, difficilmente. Riusciamo a collegare, con le cause. Difficilmente. Riusciamo a dire guarda questo è perché. Ho. Mangiato, male qua ho, digerito male, lì perché l'ho sempre nervoso, dopo di aver mangiato. E. Dormito. In, questo modo, ho vissuto, in un luogo inquinato. Di lì ho, avuto quest, altra emozione distruttiva. Di lì è l'insieme, di tutto questo, mi ha portato a, questo stato in cui sono c'è una parte, che viene, dalla mia genetica.

C'è, Una parte che viene, da questo, c'è una parte di quello è l'insieme, di tutto questo mi ha portato avere, questa malattia. Quando. Abbiamo il sintomo non siamo, consapevoli. Di tutte le cause. E. Molto spesso diverse. Delle cause sono già delle abitudini, quindi, la tendenza è continuare. Ok. Però. Non è questo il punto dove vuole andare oggi. Comunque. Sia quello, che accade è che quando, noi abbiamo una sensazione. Piacevole la. Nostra tendenza è, a. Trazione. E. Per riuscire. A non seguire. Quell'attrazione, dobbiamo. Avere una, ragione molto, convincente. Quante volte non vi è capitato di, mangiare, una cosa che mi. Fa male però vi piace. A. Me molto spesso. Quanto. Spesso non si chiama quella cosa lì è proprio buona è però ti fa male. Ma. Si sa ma ogni tanto un po di qua un po di là e, più e faticosa, no quando. Viene in medi 15 guarda questa cosa non la puoi mangiare pa mi fa proprio schifo facile, da smettere no. Quando. è che è difficile. Quando. C'è un'attrazione. Quindi. Concettualmente. Io discernimento. Capisco, che quella cosa mi fa male, quindi visto che mi fa male c'è una certa avversione. Però. Dal, punto di vista di un concettuale. Io ho delle esperienze. Positive quindi, io lo voglio, ok. Quindi. L'unico, modo per, riuscire a invertire. Questo. è avere una forza di volontà molto. Forte. Nella. Quale noi abbiamo chiarezza. Di. Che cosa fa bene che cosa fa male e riusciamo, a guardare, un pochettino più a medio lungo termine e. Non essere, schiavi della. Reazione, alla. Sensazione. Immediata. Quindi. Importante, essere meno attaccati alla, sensazione. è. Un po più attaccate, al discernimento. Partendo. Dal presupposto, che abbiamo un discernimento sano. Ok. Quindi. Più riusciamo a studiare, conoscere. Eccetera. Più abbiamo una visione. Più. Coerente. E corretta, eccetera è importante, seguire quella, visione lì. è. Uno degli esempi. Connesso a questo che volevo riportare oggi una cosa che nei tempi in cui viviamo. Sinceramente, mi preoccupa. In un modo particolare, in. Particolare. Anche. Nel, contesto della, pratica del dharma. Che. Riguarda la seguente cosa. Quando. Si insegna. Dall'epoca. Di buddha in poi magari, anche prima ma, dagli insegnamenti buddisti, sin dagli inizi. Quando. Si insegna la meditazione. Che. è una parte molto importante, del. Nostro percorso, spirituale. Che. è quello di indurre noi stessi, a certi stati di coscienza per, familiarizzarsi. Con questi, stati in modo che possano sorgere in un modo naturale e spontaneo. Quello. Che accade che cos'è per. Fare, questo, il primo, passo che viene insegnato, e questo inizialmente dell'amazon cup è molto chiaro, quindi non è una cosa dei tempi moderni, da, sempre e prima di cosa prima cosa, toglierti. Le distrazioni. Prima. Cosa che vogliamo fare, se noi vogliamo, che. Se non vogliamo un altro discorso. Pro se noi vogliamo veramente, riuscire. Avere una visione più profonda, stare. Con noi stessi, avere. Una concentrazione. Migliore. è riuscire, a portare, la nostra mente, a stati di coscienza più profonde. Se. Vogliamo veramente riuscire, a meditare bene, una delle prime cose che dobbiamo fare è, toglierci. Le distrazioni. Perché. Quando. Ho una sensazione piacevole. Naturalmente, qual, è la reazione. Attrazione. E, quando quella sensazione. Finisce. Io. Voglio che. Ritorni. Che, poi. C'è un altro discorso, quando, una sensazione, piacevole. Dopo, di un po quella sensazione piacevole. Lì gli. Orientati. Scatto con quella sensazione piacevole. O dopo di un po io voglio qualcosa di più. Voglio, di più e voglio di più e voglio di più ok. Perciò. Cosa. Succede. Quando abbiamo. Entriamo. In contatto con. Un oggetto, piacevole. Il. Corpo rilascia dopamina. Quindi. Abbiamo naturalmente, il. Piacere. L'ormone del piacere. Cosa succede, quando vediamo, una novità. Questo fa parte del meccanismo del, nostro corpo non riguarda, la cultura, non.

Riguarda. La, religione. Non riguarda. Se siamo educati. O non siamo educati, cosa abbiamo studiato, quanto, siamo intelligenti, o meno, riguarda. Come siamo, come. Si può dire in italiano. Siamo come siamo fatti come, sono i nostri cavi. Sovrano s il livello più profondo a, come siamo fatti a livello più profondo. Quando noi entriamo in contatto con, una novità. Sperimentiamo. Piacere. è. Una cosa chimica. Non. è perché a me mi piace la novità te non ti piace la novità no. Chiunque. Quando. Entriamo in contatto con, una novità viene. Un attimo di. Piacevole. Quindi. Quando. Finisce, col momento di piacere che cos'è che non abbiamo sviluppato in. Quel momento. Attrazione. Quindi se io ho, visto, qualcosa. Sono entrato in contatto con qualunque. Oggetto sensoriale. Forma. Gusto. Odore. Tatto. Eccetera, e sento. Qualcosa di piacevole. Qual. è la mia reazione immediata. Voglio, di più. Ok. I. Più riesco, ad ottenere. Più. Ho, bisogno. Che. Questo. C'è, io non sono la miglior persona per spiegare, questo, però, esiste, un processo, chimico. Nel. Nostro corpo, nel. Quale più noi portiamo i livelli, dei piaceri sensoriali, più, alti. Più. Abbiamo, bisogno. Di livelli ancora, di più livelli di dopamina per, riuscire, a sentire la soddisfazione. è. Una cosa che ha sempre aumentando. Aumentando. Aumentando. Cosa. Succede. Nei. Tempi in cui noi viviamo. Noi. Riusciamo a ottenere questi. Tipi di piaceri, in un modo estremamente facile. E. Molto spesso. Non. Consapevole. Perché. Una cosa è io voglio, avere un, certo tipo di, piacere lo. Vado a cercare. Almeno. Io ho la consapevolezza. Che. Io sto cercando il. Piacere che un certo attaccamento verso, quel, piacere. E. Quindi posso anche collegare, che dopo quello mi fa bene mi fa male, eccetera, eccetera, questo è un discorso. Il, discorso. Della distrazione. Riguardo. Gli stimoli. Sensoriali. E, la novità è. Un piacere che noi non andiamo neanche, a cercare, consapevolmente. Però. Che crea dipendenza. Perciò. Ho. Sentito, un. Altro giorno e non documentario. Una domanda che mi ha fatto riflettere no, che. Diceva, quando. è che tu guardi per la prima volta nel giorno il cellulare, prima. Di fare pipì quando ti svegli o mentre, la fai. Perché. Non c'è un'altra possibilità. è. Seria la cosa non è uno scherzo. Perché. Il problema qual, è. Che abbiamo oggi come, oggi un accesso, stremamente. Facile. A. Questi stimoli. Basta prendere questo, oggetto. Fare. Qualche movimento col, dito e c'è già una novità. Non. So, quanto. Tempo della, vostra vita della, nostra vita. Spendiamo. Semplicemente. Cercando. Novità, per sentire, quel piccolo piacere disconnetterci. Del resto. Non. è poco. Perché. Fosse, solo questo il problema chi, se ne frega perdi. Tempo. Crea. Dipendenza. Il problema è che questo, va a stimolare il, nostro modo. Di essere anche. Quando uno non è, in contatto con quell'oggetto. Non. So se vi siete accorti come.

Abbiamo. Meno pazienza, che tutto deve essere sempre più veloce. Sempre. Di più io vedo, meno pazienza. Nelle persone, e meno, capacità, di ascoltare, l'altro. Di. Aspettare, una risposta. Dare. Il tempo al, ca le cose. Sempre. Di più, io vedo meno capacità, di, riflettere. Prima, di parlare. Pensare. Un po prima digerire. Elaborare. Prima. Di. Esporre. Materializzare. Quello. Sempre. Di più io vedo queste reazioni immediate. Reazioni. Immediate. E. Una. Velocità. Interna. Come una sorta, di accelerazione. Interna che poi si manifesta, come ansia. E. Non, quanti. Di, voi fra quelli presenti, fisicamente qui. E quelli non presenti fisica qui stanno, prendendo, o hanno, già preso, o vorrebbero, prendere, degli. Ansiolitici. Non esiste, un io, per almeno non ho assolutamente nessun, tipo di giudizio negativo atto, se una persona cattiva perché, è preso un ansiolitico non, è quello è, c'è. Qualcosa, che non va. Quando vediamo che gran parte della, nostra società. Non. Dorme bene. C'è. Tanta ansia si. Sveglia, già accelerato. Non. Riesce a sedersi, con calma per parlare. Non riesce ad ascoltare bene. L'altro, quando, vediamo che ci sono tutti, questi sintomi. Che si stanno manifestando. Vuol. Dire che c'è qualcosa che non va. O. Mi sbaglio. Il punto è che io faccio parte di questo problema non è che io non faccio, parte, di tutto quello ognuno, di noi e all'interno, di questo e non possiamo, viverlo, unicamente. Come una vittima del sistema. Noi. Abbiamo la scelta di dire come io voglio vivere. Quanto. Tempo della mia vita io voglio passare, in. Questi. Meccanismi. Di. Stimolo. Perché alla fine quello. Che succede, che con, l'uso. Dei, media sociali eccetera. Eccetera, e gran parte di quello che avviene ma non solo i media sociali, io. Direi che gran parte del tempo che una persona prende il proprio, cellulare in mano o entra, in internet, per quello. è. Semplicemente. Per ottenere, una stimolo, sensoriale. Vedere. Una novità. O. è per ricercare. Un informazioni. Utili a qualcosa. Non lo so. Il. Tutto era cominciato con, l'email. E. All'inizi l'email, 1, gli leggeva una, volta al giorno con, honda va in ufficio al mattino, due, volte al giorno si, guardava, da me già sembrava, una comunicazione, velocissima. No. Dopo. Di un po l'email sono arrivati dei cellulari. La. Connessione, internet è arrivata alle nostre mani tutti hanno la connessione inter, non è che doveva andare nel posto che c'era la connessione. Connetterti. E, dopo vedere, e scaricare la, mail, scaricabile. Me leggevi, tutto con calma poi, dove riconnetterci. Un'altra volta per rimandare, la mail poi non partiva, bene perché l'allegato era pesata. C'è, un tempo in mezzo. Oggi da un certo punto era, tutto immediato. Ea. Quel punto si è creato, e la prima dipendenza, che era quella di guardare le mail. Dove. è quasi come se c'era un anziano magari qualcuno mi ha scritto qualcosa. Non. So chi ha vissuto questo. Poi. A un certo punto, l'era. Delle mail so è finita, ed. è cominciato, l'era dei messaggini. Ed. I media sociali e. Uno deve vedere, subito che cosa, hanno detto chi, ha detto, come ha detto io ho messo questo, quale è stata la reazione. Senza. Parlare, del fatto che non è l'argomento, di oggi apre. Chiudo parentesi che. Noi esseri, umani. Giudichiamo. La. Nostra identità, ossia, generiamo, la nostra identità come, abbiamo detto nei giorni settimane. Precedenti noi proiettiamo. Su, questi insieme di corpo, e mente, un'identità. Che. Questa. Identità, viene formata. Principalmente. Dal. Corpo, la mente però. Viene anche formata. Da quello, che noi crediamo che gli altri pensano. Di noi. Quando. Noi chiediamo noi stessi io chi sono. Io. Sono, qual è la mia base di giudizio, la base per poter proiettare, la mia identità è. Unicamente, il corpo e la mente le mie esperienze scelte. Eccetera e fatemi e o, noi siamo influenzati da, quello che gli altri pensano, di noi o meglio da quello che noi crediamo, occupo, di. Altri pensano di noi, che, quello che gli altri pensano non sapremo mai. Veramente. Siamo. Influenzati dall, approvazione o, meno delle altre no. Tantissimo, ma, da quando siamo bambini. Che. Quanto. Ci influenza, una, approvazione. O, un, rifiuto, nel, nostro modo di agire e il nostro modo, di pensare e, di fare quanto. Ci influenza, un rifiuto o un'approvazione. Tantissimo. O no. No. è quella vecchia storia, ad esempio che ho fatto tante volte. Oggi. Per esempio perché, una donna abbia.

Una, Certa, accettazione. E non si è rifiutata. Nella società, in, cui noi viviamo c'è. Una certo, standard. Di apparenza, fisica che, ha principio, dovrebbe avere. Cosa. Succede prendiamo, una donna può. Essere il caso di un uomo anche, ma in questo caso facciamo un esempio della donna, prendiamo. Una donna che sta, cercando di. Dimagrire. Tanto di, manere di avere, quegli aspetti, per, poter essere accettata. Dal punto di vista della società, riguardo la sua propria immagine, e. Fa un grande sforzo per dimagrire, per, a mantenere, una certa linea, e questo, e quell'altro cosa, che conosciamo. A. Un certo punto questa, zona viene e, si trasferisce. A tempo indeterminato senza. Nessuna, prospettiva di ritorno, alle isole togo. In. Queste isole quello. Che succede, è che, la. Idea di una donna bella è una donna estremamente obesa. No. Io c'ho una coppia di amici che sono andati lì per fare, il loro viaggio di nozze hanno raccontato, che nell'aereo piccolino. Per andare in questa isola, le. Persone, locali, erano abbastanza. Grasse. E. Le. Donne in particolare erano. Molto. Vese e, dovevano anche farli sedere nella, aereo per bilanciare. Il peso perché, erano stremamente, offese. E, questo per loro più una donna e grassa. Più bella, è la. Cosa concettuale. Di, quel luogo li qui. Immagine che arriva a quella donna che è tutta magrolina rivali, si sente bene a un certo punto la gente comincia a dire, ma che brutta. Ma. Poverina, ma cosa ti è successo. Ma. Guarda qua nessun uomo non riceve mai un complimento, non. Ha neanche un approvazione è, continuamente. Rifiutata. La sua immagine. Buongiorno. Si, stanca di questo, comincia, ingrassa. Un pochettino. Amelio. Comincia. Almeno, adesso c'è un po di sostanza guarda, un po medio qua non è mica come prima faro pelle ossa è. Un certo punto dopo di un pò. Passa. All'inizio, uno fa fatica, a cambiare però, dopo di un po di tempo quando, essere, magra porta un rifiuto della, società che ti circonda, ed essere grassa porto un'approvazione. Quanto. Questo va influenzare, affinché questa persona cerchi di ingrassare. Io direi tanto. Così. è su tantissimi. Aspetti ci. Sono tante cose che l'essere, umano fatto, talmente assurde. Ma. Che riguardano, l'approvazione e, il rifiuto.

Senza. Entrare nei dettagli, ci. Sono delle tradizioni. Antiche, anche, in diverse parti del mondo stremamente. Violente. Che. Una persona li subisce. Perché perché non subire, quello, vuol. Dire avere, un rifiuto della, società per. Tutto un meccanismo, che si è instaurato. Senza. Entrare in dettagli di quali sono eccetera però esiste quel tutto questo per dire noi. Siamo profondamente. Influenzati. Nelle nostre scelte nella, nostra azione dal. Rifiuto, ed all'approvazione. Delle, nostre azioni eccetera. Siamo, d'accordo su questo no. Però. Oggi come, oggi con, il sistema in cui ci siamo entrati, con i media sociali. Quanto. Questa approvazione rifiuto. Immediata. Io ho un'idea, esprimo, la mia idea, quanti. Like. A. Quanti è piaciuto, quanto non è piaciuto, chi va lì e reagisce subito questo, non va bene se è intelligente, non sei intelligente. Questo, o quell'altro. E. Noi ci troviamo. In. Modo, immediato. Dinanzi a un livello altissimo. Di, rifiuto. E approvazione. Quindi. Un'altra volta, condizionando. Le nostre azioni. E. Non è normale per. Noi, avere. Questa, quantità. Di. Persone. Con cui ci relazioniamo da. Qui noi dipendiamo, della, loro approvazione o, meno il, solito ci sono quelle poche persone, che ci circondano d'aquino. A cui noi cerchiamo l'approvazione. I familiari le persone più vicine a noi eccetera, abbiamo esteso con i media sociali e questo in un modo molto ampio. Ok. E. Purtroppo quelli, che spesso soffrono di più su questi sono gli adolescenti. Che. Da. Quando ci sono queste tipologie di meccanismi, delle media sociali, eccetera. Il livello di suicidio, minorili è cresciuto, in un modo spaventoso. Comunque. Ci, sono tante cose che riguardano, questo, tutto questo per dire. Che. Questi sono meccanismi che. Noi. Non, siamo, consapevoli. Del meccanismo, perché, sono meccanismi che, vanno interagire. Con aspetti, fisici. Per. Il quanto, che uno sappia, io non voglio avere la dipendenza, di quello. Basta. Farlo che la dipendenza, si crea. Io. Ho visto come stesso io. Per la mia propria, natura a mio modo di essere, a me qualunque, cosa che genera, dipendenza non mi piace, sempre. Stato così cominciò. A mangiare una cosa mi piace tanto, vedo che comincia avere una certa cosa non la mangio più per un po almeno. Qualunque. Cosa dove vedo che va a creare un certo tipo di dipendenza cerco, di evitare. Io ho visto che anche avendo questo carattere, abbastanza forte.

In Questo senso, ho, visto che per. Esempio io non uso non uso nessun media sociale, proprio. Non ciò installato. Non lo guardo l'unico che ciò è strato che sono, entrato ogni, tanto c'è instagram, lì che proprio non entro mai, ma. Perché, perché, io ho già provato io. Ho visto che centro non esco più. è. Vero io. Poi di natura son curioso. Ogni, cosa che vedo la vado a guardare tutta. Sto lì io vedo altre persone, che prendono impazzano, veloce, fra tutto no e. Dicono ma, spetta, vedi no io. Potrei passare, settimane, mesi, a senza, uscire concentrazioni. Univoca. Io riconosco la mia debolezza. Poi. Il mio problema è stato adesso ho, smesso abbastanza. Si. Stato. Per esempio con e l'applicativo delle, notizie. Guardo. Le notizie. Tendenzialmente. Una volta al giorno leggo, le notizie del, giorno. A. Un certo punto mi, sono accorto, che che cosa succedeva. Quando. Ero fra un'attività, e un'altra. In. Un momento nel quale sto parlando con qualcuno la persona va in bagno. Prendi riguarda, le notizie. Però. L'ho già vista un'ora fa ma è cambiato, niente. Io mi sono accorto, che la, cosa positiva almeno, dell'applicativo. Delle notizie e. Che non ha quel, scroll infinito, non a quella pagina, infinita, che non importa quanto, giri e non finisce mai, e. A un certo punto l'ha girato son finite le notizie quelli che mi interessano, da leggere non sono tantissimi, e quindi alla fine dei conti è finito lì, però. La cosa che io ho osservato. è come. Viene un, istinto, spontaneo. Di prendere, quell'oggetto in mano e andare, a cercare, qualcosa. Perché. Perché noi abbiamo, attrazione. Al, piacere. E. Quando c'è una novità ci, dà una sensazione immediata, di, piacere. Io ho, visto la mia debolezza e per questo io ho cercato di allontanarmi. Poi. C'è un altro discorso, ancora. Ora più pericoloso. Quando. Noi ci troviamo in. Un piccolo, gruppo di amici ma, cerchia di amici. Dove. In questo gruppo di amici, più. O meno. 23. Con persone cominciano a parlare di un certo argomento e hanno una certa visione, di mondo ok. E, dinanzi a questa visione di mondo quello che succede, che io. Ho una mia idea una, versione, verso un attrazione verso l'altro, parla una persona, questo influenza, l'altro l'amico dell'amico ea. Un certo punto nel, mio contesto. In cui io convivo le persone parlano di un certo argomento e. Hanno attrazione, verso una cosa quanto. Forte sono io per mantenere, la mia propria, identità, e non essere influenzato dagli, altri. 0. Tutti. Noi siamo influenzati dagli, altri che ci circondano, dai, loro punti di vista dalle, cose che fanno che non fanno eccetera, eccetera. O no. Quando. Vediamo le persone, con il quale noi ci riconosciamo. Che. Hanno un certo punto, di vista che hanno una certa, che. Fanno delle scelte eccetera, eccetera noi siamo influenzati da, questo. Gli. Insegnamenti, tradizionali di, lahm rim quindi.

Quelli Dati dalla mazzon capati. Cha eccetera, eccetera. Parliamo dei finimenti secolare. Sul, sentiero graduale, l'illuminazione uno. Dei punti a cui viene messa abbastanza enfasi. è. Abbandonare. Le amicizie. Fuorvianti. Le. Amicizie fuorvianti. Sono. Le persone. Con cui noi ci, interazione. Amo interagiamo, nella nostra quotidianità, che. La loro presenza, la, interazione con, loro ci allontana. Da una vita virtuosa. Ci, allontana dal, nostro percorso spirituale. Che. Non vuol dire che sono persone, negative, cattive. O questo con l'altro però che all'interazione. Con loro. In poche parole non ci fa del bene. Noi. Siamo influenza. B lì. Quando. C'è un, punto qualcuno, una persona dice una cosa non sono tanto d'accordo la, seconda persona dice la stessa cosa non saranno tanto d'accordo ma quando io vedo che sono 10 nella stanza a tutti dicono la stessa cosa, piano. Piano comincia a crederci, o, no. Questa. è una delle altre cose che si crea con i media sociali. Perché. Le informazioni. Che ognuno, vede. Sono. Le informazioni. Che vengono adatti, a ognuno, secondo. Quello. Che ognuno piace. Secondo, alle persone, che conosci, eccetera quindi viene data una visione. Di mondo. Molto. Molto. Non. Unica, però molto. Polarizzata. E. Noi crediamo che quello sia la realtà. E. Noi stiamo vedendo risultati. Di questo a livello politico. A. Livello di nazioni, sempre. Di più divisioni, nette. Perciò. Il punto che voglio arrivare in mezzo a tutto questo. è. Che. Come. Fa una di reno voglio meditare. Quando. La mente è. Lì a 200 all'ora a cercare. Stimoli. Più. Difficile. è. Veramente più difficile. Non lo so però. Io credo che tante persone ormai, quando non si sveglia al mattino. è. Già accelerato. Invece. Di svegliarsi. Respirare. Un attimo di calma. E. C'è questa dipendenza. Io l'ho vista in tibet nel, monastero di taj il un pò. Guardà, da un atto fari damon ha trovato in altri stessa.

Enorme. Una storia di tacere un po uno dei monasteri più antichi, e uno degli ultimi. Rimasti proprio. Con la tradizione. Tutto il resto con, tutti gli studi. Le pratiche. Eccetera. C'è un livello di dipendenza, per. Cellulare. Tutto il resto all tissimo. Da. Quello che ho visto io perchè perchè attacca. A un meccanismo proprio. Parte dal fisico. Perciò. Noi possiamo, fare, la scelta è importante. Che siamo consapevoli. Di questo. Quindi. Gli, strumenti, devono essere, utilizzati, per quello, che. Vogliamo. Noi. Siamo influenzati da, ogni cosa che vediamo da ogni cosa che sentiamo se non fossi così la pubblicità, non funzionerebbe. Perché. Ci, fanno vedere la stessa immagine, 50.000. Volte. Perché. Gradualmente, entra. E ci cambia, il, nostro modo di pensare di, vedere. E. Noi siamo influenzati noi pensiamo a no ma io sono più forte di quello ma io non credo nella pubblicità. Funziona. Uguale. Perciò. Io. Quello che volevo invitare. Ognuno. è a. Conoscere, meglio a se stessi. A. Vedere che noi abbiamo dei meccanismi, del. Corpo, che si interagiscono, con i nostri sensi. E. Dobbiamo utilizzarle in un modo sano. In un modo saggio. E. Purtroppo non stiamo andando in quella direzione come, società. Questo, ne personalmente, ne preoccupa, però. Non è che siamo lontani non, è che noi siamo un. élite. Intellettuale. Che. Riesce, a star libera, da tutti, questi mali dei tempi moderni, no, facciamo parte pienamente. Io. Questo è quello che vedo ha poi io non posso parlare per ognuno. Perciò noi. Dobbiamo stare attenti nel. Nostro modo di essere nel, nostro modo di vivere. Io. Almeno sempre. Di più lo sto cercando di fare, di utilizzare. Il minimo possibile utilizzare. Per ciò che serve. Perché. Quello che a me mi fa paura, è. Che io comincio, a vedere un, influenza. Nella forma mentis, un'influenza. Nella nella. Struttura. Interna. Che. A me non mi piace non è un'influenza positiva. Perché. Genera più ansia. Genera. Una identità, che sempre, più svincolata. Da se stessi. Sempre, più basata, su. L'approvazione. Noi per esempio questo, visto. Tantissime. Persone. Quando uno. Mette. Qualcosa. In, internet, non fa un post, di qualunque cosa una foto, o una frase un video un qualunque cosa, la. Domanda molto spesso, è perché, lo fai. Perché. Perché. Vuoi partecipare. Perché. Vuoi condividere qualcosa, che ritiene che sia importante le, altre. Perché. Vuoi fare qualcosa che. Agli. Altri piacerà. E. Quindi riceve, dell'approvazione. Perché. Vuoi far parte di un certo tipo di, persone, di un gruppo quindi, voi far, vedere che anche a te piace quelle, cose. Perché. Vuoi far. Vedere un aspetto particolare. Di te stesso quindi, poi approvazione. Quando. Uno pubblico, a qualcosa. Così. Quando quando dice una parola o. Quando fa un azione, e. Che questo. Aspetto della media sociale in qualche, modo. Aumentato. Un po certi. Aspetti nostri. E. La domanda è io lo faccio per auto gratificazione. O. Perché voglio dare qualcosa l'altro, voglio condividere, qualcosa perché i mezzi di comunicazione sono, molto potenti. In. Se stessi non sono né buoni né cattivi dipende. Come noi lo utilizziamo. Per, la domanda è quando io metto qualcosa, perché lo faccio perché.

Io Voglio in, qualche modo. La. Mia bastano, attaccato, alla mia propria auto gratificazione. Quindi. Qualcosa che voglia un'approvazione, eccetera. O perché io voglio veramente condividere. Dare qualcosa agli altri che. Se voglio far quello è, importante, sapere. Se non cerchiamo di essere sinceri con le stesse. O. Perché io voglio cercare, di costruire, una certa immagine di, me stessa. Per, me una delle cose che. Mi fa sorridere. In, un certo momento e mi fa preoccupare, molto. Di più che sorridere, alla fine. Io. Ho cominciato a ricevere vedere. Delle foto. E. Guarda che io veramente ho contatti. Con poche, persone, nel mondo digitale di, queste cose c'è tra me e la tecnologia mi è sempre piaciuta, tanto però. Mai questa, parte, io. Comincio a vedere delle immagini delle, persone che mandano, le proprie foto con i filtri. Si. Fanno dei filtri, quindi. Per togliere le rughe fuochi. Ne so io io, guardo questo e dico voi. Sarà. Uno scherzo. Invece. No. Come. Un esempio che per me è stato, chiarissimo. Due. Amici, vanno. In vacanza, io. Non ero presente uno, di questi amici mi racconta. Che. A un certo punto, questa. Persona, fa una foto da. Mettere sui, media sociali, di se stesso in vacanza. Questo. L'anno scorso, e nella, spiaggia. C'erano. Tante persone era, molto piena la spiaggia, era. Persona, rimane male, nel momento di farla foto perché non riesce a trovare un, angolino, della, foto, dove non c'era nessuno dispiace. Non. Per la privacy delle altre persone. Ma. Perché voleva far vedere che non abbiate senza nessuno. E. Perché, devi far vedere al mondo dove. Sei, quando. Non è vero. Devi. Far vedere al mondo che se in una spiaggia dove non c'è nessuno, quando invece se in mezzo alle altre 80. Persone in, ogni metro quadro. Perché. Perché. Vuoi passare un'immagine di, se stesso che non corrisponde, poi con la realtà perché, perché ognuno vuole una certo tipo di approvazione. Non, ho comincia, a creare, un'identità virtuale. In questo senso non. Reale. E. Dopo deve nutrire, questa identità. E. Questo purtroppo. Queste, cose stanno modificando il, nostro modo, di essere di, pensare. Di. Vedere noi stessi, e questo mi preoccupa, sinceramente. Perciò. Primo. Punto prima di imparare a meditare è, diminuire. Le distrazioni. Per. Diminuire, le distrazioni dobbiamo, diminuire, gli attaccamenti. Anche. Nel body stato acer avatar e a questo testo scritto da shanti deve circa. 1.500. Anni fa un testo molto molto, bello. L'ottavo, capitolo che, parla della concentrazione buona. Parte dell'ottavo, capitolo si. Basa su come, diminuire il, desiderio l'attaccamento. Perché. Questo. Attaccamento. Agli stimoli, sensoriali. Questo. Agita, la mente, anche. Da un punto di vista della, medicina tibetana. Il. Desiderio. Aumenta. L'umore, vento. L'aumento dell'umore. Vento aumenta. L'ansia. Il. Livello di pensiero la, velocità della mente eccetera eccetera. Noi abbiamo oggi come, oggi un livello abbastanza alto. Di attaccamento, agli stimoli, sensoriali. Oggi quello che io vedo anche nella società nella quale noi viviamo. Non, esiste nessun attaccamento particolare al. Pranzo di natale perché tutti i giorni si mangia come se fossi natale quasi. Ormai. Lo stimolo, del piacere, del gusto è una cosa che fa. Parte, di tutti i giorni, non. C'è più tanto a quella una cosa speciale. Vado a fare. Perché. C'è un. Come. Si può dire non sono un attaccamento, ma, abbiamo un livello di stimoli, sensoriali. Molto. Molto alto. E. Quello che accade che c'è anche un altro discorso, in mezzo a questo. Che. Quando noi abbiamo un piacere, quando. Otteniamo qualcosa, che piacevole. La. Soddisfazione. Spesso è profondamente. Connessa. Con quanta, fatica c'è, stata per ottenere, quello. Quando. Uno ottiene qualcosa, ed è stato difficile, ottenerlo. Il. Solito la soddisfazione. Dura di più. Ah che bello, che ho avuto quello, che bello, che lo anche quando dopo che finisce, 1 st lì se lo ricorda. Rimane una cosa piacevole lo. Vivi più, pieno. Quando. Facciamo qualcosa, e, ottenere quel piacere non richiede. Nessuno, sforzo particolare. Anche. L'insoddisfazione, aumenta. E più immediato, finisce, voglio subito qualcos'altro. E. Questa è un'altra cosa dei tempi in cui noi viviamo.

E Tutto questo se. Vogliamo meditare. Seriamente è, un interferenza. E. Qualcuno, mi dirà la ma scusi ma sia così lasciamo stare. Ma. Chi vuoi che possa meditare. Tutti. Noi, però, questo richiede, un cambio di stile di vita. Ama, dicono che la meditazione per tutti. Sì. Però. Qua ci sono due. Cose vuoi, meditare da turista. O. Vuoi cambiare la tua mente profondamente. Sono. Due scelte. Diverse. Vuoi meditare, un po per rilassare. Così. Quella notte non prendeva ansiolitico. O. Vuoi fare, qualcosa, per, veramente. Raggiungere. Uno stato più profondo, di equilibrio, e gradualmente, utilizzare. Quello come uno strumento per tutta la vita sono. Non. Sono delle scelte. Perché. Se noi vogliamo veramente. Trasformare. Il nostro essere, dall'interno. E. Noi riteniamo che questo, sia necessario. Importante. Per noi stessi. Il. Termine, non è giusto, però. Richiede. Dei sacrifici. E. Per sacrificio, non vuol dire che va fatto con sofferenza. Quello. Che voglio dire è, dobbiamo. Cambiare, eliminare. Ciò che genera il, malessere e certe volte sono cose a cui abbiamo attrazione, per, sacrificio in questo caso intendo dire quando. C'è qualcosa alla, quale ho attrazione. Perché è. Piacevole. La sensazione. Ma io so che quella cosa non mi fa bene riuscire. A evitare quella. Cosa è una sorta di sacrificio. Che. Non è che dobbiamo soffrire. Nel nostro percorso no. Però. Ci sono delle cose che siamo. Abituati ed, è difficile, cambiare le abitudini. Sono. Delle cose che sono piacevoli. Sì però. Che non fanno bene. A. Questo punto cosa facciamo. Seguiamo, con quello che è piacevole, non fa male e poi, quando. Sarà come, sarà viviamo, le conseguenze. è, una scelta. O. Cerchiamo. Di fare deca più che cerchiamo, facciamo. Dei cambiamenti nel, nostro stile di vita anche. Se è difficile. Perché. Alla fine questo. Noi. Di tempi moderni in cui viviamo. Non. Abbiamo, grandi sofferenze, fisiche. Ma. Nessuno, manca da mangiare, nessuno. Muore di freddo non. Abbiamo problemi. Fisici. Grossi. In questo senso però, abbiamo delle stile di vita che. Vanno a creare altri, tipologie, di problemi a livello mentale, e. A livello. Fisico. Che. Ovviamente sono connessi, e se vogliamo approfondire. Di più un, percorso, spirituale. Se, vogliamo prendere, le reti dine della nostra vita nelle, nostre mani. Per. Direzionare, la nostra mente per diminuire. I veleni mentali, per riuscire, a non avere tanta rabbia per. Riuscire a sviluppare più amore, più consapevolezza. Se, vogliamo veramente crescere. Spiritualmente. Dobbiamo, avere le reti mi viene la nostra vita nelle nostre mani. E. Una delle cose che è necessaria, e cambiare. Degli aspetti del nostro stile di vita che, ci fanno male. Non. Ce ne ha ma mi dipiace me, ne frego che ti piace. Ma. è difficile se anche per me. Facciamo, appunto. Perché. La vita è troppo breve. E. Più andiamo avanti con, un abitudine, di uno stile di vita più, difficile diventa. Cambiarlo. Così. Purtroppo. Io. Non lo so io. Vedo che questa. Dipendenza, che abbiamo gli stimoli. Sensoriali, si. Manifesta in tanti aspetti. E, questa. Facilità. Che noi abbiamo con, i mezzi di comunicazioni. Nei tempi moderni non. Sta aiutando. Perché. Anche la facilità di, accesso all'intrattenimento. Prima uno per vedere un film andava, al cinema. C'era tutto, una cosa insieme, uno. Andava lì si. Preparava.

Mentre Si sedeva, cela tutte le pubblicità che passavano, prima c'era l'ansia come sarà il film non sedeva già prima, andava, con un amico con un'amica, con qualcuno. Creava, una connessione umana. Per andare a quello condividevi. Un'esperienza con altre persone che, stavano nello stesso luogo. Adesso ognuno, nella sua stanza, col suo schermo. Guardando. Qualcosa, che se non piace, nei primi tre minuti passi, già qualcos'altro. Il livello di soddisfazione è, diminuito. Il. Livello anche di piacere, è diminuito. Io. Mi piace tantissimo guardare, film. Sta, vedendo la differenza, che c'è fra i film fatti oggi e film, fatti 10 15, anni fa. Dei. Tempi, è diverso. Io, l'altro, ieri ho visto un film del 93. 94, berizzi. Al. Di vacca un bel film, ma. è, un film che finisce che c'è una certa calma. Perché. Ha dei tempi più lunghi e che ti permetti un attimino di digerire. Quello che è successo, di vedere, e la cosa strana è che sembra, che non succede, niente perché siamo abituati con le cose ormai così veloci. Invece. Importante, quel tempo. Però. Quello che io. Voglio arrivare. Che. Purtroppo tanti, di noi. Seguiamo. Un po quello che romani dicevano no, che. Cosa, serve il popolo. Pane. E. Cirkus. O. No. è. Quello che si diceva. Vai. Da mangiare. Da. Lì del divertimento, e poi non. Si presto. Lascia stare tanto nessuno pensa, nient'altro. Noi. Viviamo nell'era che invece di pane circol. Pizza. Sushi, e, netflix. Nel. Quale purtroppo quello, che succede, è che il. Tempo, libero che, noi abbiamo perché, una parte del tempo nella nostra vita, non, è nostro. Ma. è della nostra sussistenza. Buona. Parte del tempo della, nostra vita viene utilizzato. Per. Fare. Uno scambio. Per. Avere da mangiare per, pagare le bollette per. Pagare, tutte le cose che abbiamo quindi, per tra virgolette per vivere. Che. Quanto. Tempo della vita di ognuno viene dedicato, a questo. Tanto. No, quindi. Appunto va lavorare. Durante. Il tempo di lavoro fa, quello che è necessario per, la propria sussistenza. Non, sempre è un. Mestiere che necessariamente, di una soddisfazione, particolare una. Gioia particolare dipende. Per ogni c'è chi ha questa fortuna c'è, chi non ce l'ha va, bene poi. Tutto, un altro discorso e come trasformare, ogni azione. Anche nel lavoro in un modo significativo. Al sentiero del dharma anche quella è possibile, però. Buona parte del nostro tempo, non è nostro, noi. Lo scambiamo. Ok. Poi. Il tempo che ci rimane. Che. La fine quant'è il tempo che ci rimane quei, giorni di vacanza. Il week end e. Quelle ore alla fine della giornata. Molto. Spesso, in quel giorno che ci rimane, cosa. Si fa. C'è. Ancora una parte della giornata che, uno deve dedicare. Alla, propria sopravvivenza, quindi, del comprare da mangiare deve, cucinare, pulire. La casa deve portare, i figli fare, di qua a fare di là eccetera e cioè quando questo e questo finisce il. Tempo che sono a disposizione cosa. Fa oltre. Che dormire, riposarsi. Intrattenersi. O. Mi sbaglio. E. Così. è. La vita passa, un. Giorno due. Giorni, dieci anni vent'anni. E. Quando uno non ha più bisogno di, vivere, per sopravvivere. Quindi, finalmente. Riceve. La pensione se, mai arriverà. A quel punto esiste, già un abitudine. Così profonda. Di vivere in un certo modo che cambiare, a quel punto estremamente difficile. Ok. Perciò. E. Qualcuno, mi direbbe ma la perché mi stai dicendo tutte queste cose per farmi vedere nella vita ancora più brutto. No. Per. Farci capire che, ci, sono dei meccanismi di, dipendenza che, quel tempo, libero, che abbiamo nelle nostre mani. E prezioso. Non lo possiamo sprecare. Se. Noi riusciamo a prendere un ora al giorno. E. Invece di metterci, a guardare.

Un Film, che è più facile sono, d'accordo. Ogni tanto anche più piacevole, son d'accordo. Invece. Metterci, a leggere, qualcosa di bello. Io. Per esempio ieri sera mi. Sono messo a leggere un testo molto bello, di buddha, esiste. Un'organizzazione. Americana. Chiamata. 84.000. è. Tutto in inglese però, molto bello dove loro stanno traducendo, tutti, su tela di buddha un, lavoro enorme fatto. Molto bene molto, bello. E. Per la prima volta ieri ho aperto c'erano, a questa traduzione mi sono messo a leggere un. Sutra di buddha nella, quale c'era un re che. Faceva le domande buda che rispondeva. Riguardo la morte. Cosa succede, dopo che uno muore. Benissimo. Perché poi in questo sutra buddha manifesta, un livello di pragmatismo, incredibile. Molto bello, aveva, personalmente mi è piaciuto, molto il, modo in cui parla, molto obiettivo, diretto, chiaro, su. Tanti aspetti no. Fare. Qualcosa, nella quale alla fine di quello ci rimane qualcosa. E. Non fare qualcosa, semplicemente, per, far passare il tempo con qualcosa. Con una sensazione, piacevole. Perché. Giorni passano. E. Magari non acquisiamo cose, nuove veramente. Ci. Intratteniamo. Quindi. La. Conclusione, di. Questo e cerchiamo, di diminuire. Le, nostre distrazioni. Io. Non voglio dire di eliminarle. Del tutto io, non sto non voglio dire tirate. Fuori dal cassetto il vostro nuovo il vostro vecchio nokia. Date. Via il vostro smartphone. Non sarebbe una brutta cosa. Però. Non. Sto dicendo quello. Ho. Buttate. Via il cellulare dice, ciò solo il telefono, fisso. Non. Sto dicendo questo. Quello. Che voglio dire è dobbiamo, avere un pochettino più di controllo, della nostra vita in questo senso. Un. Attimino più di attenzione, io, non sono per le teorie. Di cospirazione. Però. Si, vede con i nostri propri, occhi quanto siamo influenzati. è. Una cosa, è. Veramente. Abbastanza. Paura. Ma. Il livello di dipendenza in cui noi entriamo. Quindi. Siamo sempre più connessi, con tutti disco nesti da noi stessi poi non, è anche vero che non è connesso con tutti. Non so quanto. Spesso questo, preso in questo momento che noi viviamo qua. Se. Non per tantissime. Altre cose il semplice, fatto che passiamo, due ore dove nessuno prende il cellulare in mano è già una cosa speciale. Perché. Di solito quando il sogno delle persone insieme. Ognuno. Col, suo cellulare. Qualunque. Momento facendo, cosa nulla. Che. Difficilmente qualcuno, sta veramente facendo, qualcosa. Scusate. Se sono un po critico. Però. Il mio punto dobbiamo stare attenti ognuno, di noi. Perché. Più. Passa il tempo più. La. Nostra forma, mentis. Prende. Quel marco la forma. è. Più difficile diventa. Uscirne. E, le conseguenze, noi di stiamo già vivendo su. Alcuni aspetti siamo, consapevoli. Su tantissimi. Altri non ancora. Però. è, qualcosa che, dobbiamo stare. Molto molto, attenti. Attenti. Non nel senso attenti che qualcosa accadrà attenti su quello che sta già accadendo. Perché. Basta. Vedere, ognuno di noi quand'è. Che si crea dipendenza, qualcosa. Quando. Non abbiamo bisogno. Di quello, per, una ragione specifica però. La nostra mente va verso quello. A. Quel punto vuol dire che dobbiamo stare attenti. Quindi. Quell'oggetto, elin non lo devo utilizzare però. Ritorno. C'è l'impulso io la prima volta che ho visto questo, come è stato un po di anni fa un. Giorno però nella. Metropolitana, madrid. Dall. Aeroporto andando. In citta ero, da solo. Mi, siedo, nel. Treno. Avevo. 40, minuti. Di treno mezz'ora quel che era il, mio primo impulso, una volta seduto è prendo il cellulare. Per. Che cosa per niente. Anche. Perché non voleva accendere hiromi, quindi. Non c'era internet, ma anche se ci fosse non è che c'era qualcosa in particolare che, dovevo fare. E. Quando vedo questo impulso della mano andando nella, borsa per prendere, il cellulare, mi, chiedo ma cosa stai facendo. Fermati, per. Una mano voleva andare. C'è. Stato stato un po lì a dire, no. Certo. Punto se riuscito a cambiare direzione, della mano e. Fare andare a prendere in mano, e. Fare un po di mantra. Però. Ho visto l'impulso. Che veniva in un modo così. E. Questo. è, pericoloso questo. Perché. Dopo, la nostra vita si svolge passa. In cose che non. Ho. Sentito una frase che. Mi ha fatto colpire. In mezzo a questo, che. Diceva. Perché. Le grandi società. Pagano. Tanto. Sola pubblicità. Su. Per, farci usare un, software piuttosto, che, un altro, un applicativo, tutto, questo c'è tra qual è il vero prodotto. Il. Prodotto siamo noi questo è chiaro. Quello. Prodotto non è la nostra attenzione. Su. Qualcosa, il. Vero prodotto e. Impercettibili. Cambiamento. Nelle nostre abitudini quotidiane. Perché tramite. Le. Pubblicità, tramite questo.

Vanno Creiamo, dei cambiamenti, nelle, nostre abitudini quotidiane nel. Modo di vivere nel, modo di acquistare, nel, modo di fare eccetera. Eccetera. Questa è una cosa che non viene fatta, senza, una motivazione dietro. Quindi. Su questo ripeto. Dobbiamo. Togliere. Ciò che ci crea dipendenza, partiamo, da questo. Quindi. Vi invito veramente, a stare attenti. Per. Esempio una con una cosa che se potete fare non credo che sia così faticoso. Per. Esempio, cercare. Di prendere, un applicativo. Che usate tanto e. Eliminarlo. Tanto. Potete sempre installarlo. Vedere. Facile, difficile. O. Dire ok quando. Io arrivo a casa il cellulare non lo tocco da questore a quell'ora metterò da parte la, televisione, non lo accendo. è. Un esercizio. Necessario. Perché. Questo, è un meccanismo come, ho detto all'inizio chi viene dal corpo. Ed. è un meccanismo che, sta beccando. Dalle. Persone, più intelligenti, a, quelli, meno intelligente, da ieri più spirituali. A quelli meno iscritti e becca tutti, ripeto. Il monastero, in tibet. Vedi. Lì durante gli insegnamenti, del, maestro che, vede una volta l'anno i ragazzini li poi ciano. Ma non solo i ragazzini poi hanno. Il mantello lo zen col cellulare sotto. è. Preoccupante. Poi da quando ci sono i cellulari, il, numero, di persone di, monaci che vengono alle, bugie le meditazioni e, preghiere al mattino presto e diminuito. Perché. Sono tutti di notte col cellulare dormono. Film tardi. Comunque. Sia non, voglio stare qua a ripetermi. Però. Se vogliamo meditare, seriamente, se. Vogliamo. Vivere. Con uno scatto anche interiore, di pace se voi siete voi, vi trovate molto bene, equilibrati. Gioiosi. In. Pace con se stesso, in uno stato di armonia. Se non avete ansia, se non vi sentite troppo. Accelerati, eccetera eccetera e, vi sentite bene continuate, a fare quello che state facendo conto. Forse. Abbiamo uno di questi sintomi. Se. Vediamo che siano particolarmente, accelerati. Se. Vediamo che c'è più difficoltà, di dormire se. Vediamo che abbiamo, una dipendenza. A questi, stimoli sensoriali. A quel punto è. Importante, fare. Qualcosa, di concreto. E. Lascio, ognuno la propria scelta. Però. Un punto molto importante io, parlo per me che. Io credo che sia uguale per tutti, e trattare. Le nostre debolezze con rispetto. Perché. Noi abbiamo le nostre debolezze. E. Se noi non lo riconosciamo, e non ci proteggiamo, dalle, nostre debolezze. Naturalmente. Cadiamo. Io, per esempio c'è. Un problema mio, con la musica. Non, ho nulla contro la musica, però. Ci. Sono certi, tipi di musica che, si ascolta va, bene sono altri tipi di musica che. Si ascolta una. Volta, entra. E per farlo uscire passano. Dei giorni. Una. Volta ho fatto la stupidata, di. Andare, che ho letto le. Notizie. Di. Una canzone, non è che una persona è una professione, insegnante di, scuola aveva creato ea. Un certo punto diventata. Famosa in tutto il mondo a chiamata baby shark. L'ho. Sentita. Non l'avessi mai fatto. Una. Volta ho sentito sono. Volute settimane per, farlo andar via. Poi. Avevi capita che mentre sto mangiando che, c'è un po il rumore della masticazione. Seguendo. Il ritmo della maturazione vengono le canzoni. Io. Non voglio occupare. Il mio spazio interiore, con quello c'è. Altra roba più importante. E. So che sono certi tipi di musica che, non fa questo effetto altri. Tipi che si. No. Però. Io vedo che tantissime. Persone hanno, un effetto simile, e se ne fregano totalmente. Basta tanto più carina cioè la cosina che sta lì con quello rimane. La. Nostra mente, preziosa. Nostro spazio interiore importante. Meno. Cosa, inutile c'è, dentro più chiarezza, abbiamo nel, scegliere nel, discernere nel, sentire, nel percepire nell'agire. Più. La nostra mente, è piena, di informazioni, in ultimi. Più. Avremo. La. Mente offuscata e. Meno, riusciremo. A fare, delle scelte consapevolmente. Meno, riusciremo, aver chiarezza, meno riusciremo a percepire, sentire, ciò che accade, l'altro.

Dobbiamo. Proteggerci. Proteggerci. Non dal male, dalla. Nostra debolezza. Non. è che questa insegnante. Ha fatto una canzone cattiva. Stupida. No, che parla della squalo, madre lo squalo bambino, lo squalo padre lo squalo nonno che ne so io. Pure. Carina, la canzoncina. Il. Problema che ha qualcosa, dentro che entri. Non esce più non. è per non è che è diventata famosa, a livello, ideale. Perciò. Questo. Se. Io per esempio avessi, una mente che non mi, lasciato influenzare da certe cose non. Cercherei, di allontanarmi dal certe cose però vedo che ciò quereli quelle, debolezze. Che, conosco in me. Io. Per esempio la televisione. Da. Quando ero bambino. Io passavo, ore davanti, alla televisione. Io. Mi ricordo che, mio padre a una certa ora è con l'obbligo di andare a donare a letto era. Abbastanza presto, per me perché io da bambino volevo stare fino a tardi e. Mi piace a tanto vedere la televisione che, anche per una cosa quasi concettuale. Di vedere la televisione mi, svegliavo, prima, di andare a scuola per. Guardare la tv e. Non c'era niente nella televisione io, mi ricordo vedevo i programmi. Che. Erano, di, aiuto. Per gli insegnanti, delle scuole. Quindi. Di insegnanti prima di andare a scuola vedevano. Questo programma, che li preparava, per la lezione, del giorno di quello che dovevano insegnare, io. Mettevo a guardare quelle cose. Perché. Quando. Io vado al ristorante e, se c'è una televisione non. Mi sento cerco sempre di non sedermi, mai dove. Se, l'angolo dell'occhio, vede la tv. Perché. Io so già che. Se succede, questo e c'è qualcun altro insieme io divento antipatico, perché dopo, di un po mi son perso e storico si. Questo. è una mia debolezza. E. Riconosco. Perciò. Mi devo proteggere. Così. è per tutti noi ognuno ha la sua, c'è. Chi è una cosa cerchi. A un'altra in. Un modo in un altro però. Dobbiamo proteggerci. Semplicemente. Perché la nostra vita è troppo preziosa. Per. Semplicemente. Lasciarla, passare. Senza. Coltivare. Qualcosa, di virtuoso, dentro di noi. Ripeto. Io non ho nulla contro la. Televisione. L'intrattenimento. Dei. Media sociali, il problema è come, vengono utilizzati. E qual è il meccanismo nel, quale noi, viviamo, tutto, ciò. Mi. Ricordo uno, dei primi maestri buddisti, che arrivò in italia. Chiamava. Ghesce jump helsing, io non ho mai avuto l'opportunità di, conoscerlo, anche perché ha, lasciato il corpo tanti anni fa lui è. Venuto in italia negli, anni. Sessanta. Nel 1960. Di preciso, quindi. Io mi immagino questo. Maestro che, lascia. Il tibet nel 59. Erano. Di più eruditi, in tibet all epoca, viene. Mandato, dal va layla ma a lavorare, col professor, tucci. Quindi arriva a roma. E. Animato la roma degli anni sessanta. Dal. Tibet, del. 59. In, shock, che non sarà stato per chloe no però. Al di là di questo si. Racconta qualcuno che ho conosciuto che, l'ha conosciuto, raccontava, che lui passava, tante ore guardando la, televisione. Però. Guardare la televisione con lui era, bellissimo. Perché. Lui mentre vedeva, le, scene, dei film quel, che era lui. Continuamente. Ritrovava. Nelle scene gli esempi degli insegnamenti. Guarda. Quali in permanenza vede lì come reagisce, la rabbia, stai, vedendo questo, quell'altro, per lui era con lui ricollegava. Ogni momento con, gli insegnamenti quello, che vedeva. Come. L'ama ganci che vedeva per un periodo, lui guardava tantissimo, le notizie, sempre acceso, il canale della televisione delle, notizie un periodo, a. Un certo punto ma la notizia una delle peggiori coda tenere accesa perché tanto rigira sempre la stessa. Non. è detto ma non. è per quello io. Quando vedo è che io ho detto poi tutti sono tutte brutte. E. Noi ha detto esattamente. Perché. Lui diceva che ogni volta che quando c'era una e notizie lui utilizzava, per collegarsi. Mentalmente, fare, le preghiere, e dedicando, tutti quelli ero. Modo per ricordarsi. Delle quelle persone, che erano in difficoltà, che avevano bisogno eccetera. Eccetera. Quindi. La. Televisione, in sé non è il problema. Il problema è come, noi ci relazioniamo, una cosa utilizzarla, per ritrovare. Gli esempi, degli insegnamenti o. Per utilizzare, per connetterci, con che bisogna fare le preghiere un'altra cosa e per rimanere rimbambiti. Davanti a quell'oggetto. Mio. Caso. Perciò. è. Una scelta che dobbiamo fare con sincerità, verso di noi a. Dire. Ok. Cosa. Come. Sono devo stare, attento con le mie debolezze. Perché. Ripeto la nostra vita è troppo preziosa. Per buttarla, via così. E alla fine dei conti succede. Che noi non abbiamo non creiamo il tempo per elaborare, le, nostre emozioni, per. Affrontare, le cose con chiarezza, per, familiarizzare.

La Nostra mente con ciò che virtuoso. Per, imparare, delle cose nuove. Nella vita passa. Certo. Punto, vogliamo meditare. Però, facciamo fatica. Quello. Che accade più il comune, che quando uno riesce finalmente, a togliersi, un po di distrazione viene, quel suono profondo. Perché. Uno stanco, di. Essere solamente è sempre lì a. Cercare. Oggetti, e, sempre, in dipendenza, di queste questo. Stimolo, continuo. Perciò. Io. Mi scuso che oggi sono stato molto ripetitivo. Però. è, una cosa che è. Da tanto tempo che io ci penso che, osservo. E. Sempre di più a me, personalmente. Mi, preoccupa, è. Un po come vedere qualcuno. Che sta camminando verso, il, precipizio, e. Uno sta zitto. In questo, caso non è qualcuno, siamo tutti noi insieme. Che. Stiamo facendo delle cose che, non ci fanno bene. Non, c'è bisogno di entrare nel. Nostro modo di mangiare. Tante. Altre cose, oggi. Un punto abbastanza. Però. Utilizziamo. Il tempo che a nostra, disposizione per. Qualcosa, che sia significativo. Per. Imparare, qualcosa di nuovo per. Scambiare. Qualcosa di virtuoso, di gioioso, con qualcun altro per ascoltare. Qualcuno per dare una mano a qualcuno, che ha bisogno. Perché. Sempre. Di più. Entriamo in un sistema che. è come. Si può dire. Un. Estremo, dell'individualismo. Dove. Io posso fare quello che voglio quando, voglio come, voglio vedo quello che voglio sento quello che voglio mangio quello che voglio. Ed. è sempre più così, però. Io non mi sembra che porta, le persone ad, essere più felici. Più. Soddisfatte. O. Più equilibrate. Non mi sembra. Perciò. Dobbiamo stare, attenti con questo meccanismo perché. Essere. Così chiusi, noi stessi, non ci fa più felici, non ci fa del bene quello. Che ci fa del bene è vedere. L'altro aiutare, l'altro scambiare. Con. L'altro dare, ricevere. Aiutare. Donare. Stare. In pace con noi stessi. Questo. Ci fa bene. Stare. Nella natura. Questo. Fa bene. Quindi. è, un fatto di scelte. E. Una cosa che io chiedo in mezzo tutto questo e nessuno di noi ci devi deve. Vittimizzare. Ama è se. Ma io vivo in questo contesto, e. Di qua e di là. Non. Sei solo. Tutti. Noi. Però. Abbiamo la. Consapevolezza. Abbiamo. La capacità, di vedere di. Riflettere, e di agire. E. Ripeto come ho detto prima anche, se non è facile. Che. Su. Questo c'è un ultimo punto importantissimo. Che. Si collega, in realtà è quello su cui volevo parlare oggi però è, andato su un'altra direzione. Che. Si collega con quello di cui avevamo parlato chi, sono, io. E, la nostra identità. Si. Basa su tante cose. C'è. Una parte che si basa sul corpo. Solo. Aspetto, fisico, e. Anche il nostro aspetto fisico è, fortemente, basato sull'approvazione. E. Il rifiuto della. Società in cui noi ci troviamo. No. Perché. Noi. Abbiamo un'immagine, idealizzata, di. Chi noi siamo, come. Vogliamo che gli altri ci vedono, e cerchiamo. Di manifestare. Il nostro essere, secondo, quello. Interessante. Di vedere per esempio c'è. Chi, è. Contro. Il sistema. E. Quindi dice a a. Me non. Sono, d'accordo, che uno deve vestirsi, in un modo, deve fare così e, quindi magari si. Rifiuterebbe, meyer penale, di qua e di là e un giorno vado io al, parrucchiere, cosa, che non facevo quasi mai perché mi sono sempre tagliato i capelli da solo e. No in nepal e, stranamente, riesce. A sbagliare il palio dei miei capelli. Perché. Durante il taglio o si rompe la macchinetta. Io rimango con mehta ha tagliato, metà non tagliato. E. A questo punto dovevo, uscire da. Questo parrucchiere. Tornare, a casa con i capelli metà tali atti metà non tagliati, e. Lì ho, capito una cosa io ti ho sempre detto ma chi me ne frego della mia immagine, non.

è Vero. Perché. C'era. Ho fatto una piccola lotta. Lì per qualche minuto. Nel. Riuscire, a rilassarmi. Poi. Alla fine dato tutto bene pero riuscire, a rilassarmi. Con, i capelli così come erano. Perché. Comunque ci sia noi, abbiamo un'immagine, che, cerchiamo, di trasmettere. Perché. Noi abbiamo un'immagine di come vogliamo che, gli altri ci vedono. Che. C'è, una gran fregatura però, ce l'abbiamo. Chi in un modo chi nell'altro è, una parte che fa parte del nostro modo di essere più. Non riusciamo a crescere interiormente, meno. Andiamo a dipendere da, questo, uno. Dei segni, di, maturità, spirituale. Interiore. O. Di infantilità. E. Il quanto, la nostra identità, dipende. Da. L'immagine. Che le altri hanno di noi. Che. Più. Noi riusciamo avere un'identità, che basata, su, cose. Che solo noi riusciamo veramente a, vedere. Che. è la, nostra moralità. I. Nostri valori, le. Nostre qualità profonde. Con. Un amore profondo verso, le stesse. Più. Riusciamo avere un'identità che basata, su quello che è dentro di noi e non su quello che fuori, più. Maturi, diventiamo, nel nostro percorso. Più. Vediamo che abbiamo un'identità basata. Su cose, che. Uno non dipendono, da noi o, due sono, in permanenti costantemente. In trasformazione. Come. I beni materiali che, possediamo, la posizione. Sociale in cui noi ci troviamo, che. In fondo ritorna, sempre ritorno. All immagine. Mi. Ricordo una volta parlando, con un ragazzo, che veniva da una famiglia molto, povera. è. Un certo punto di vento molto ricco. E. Lui diceva che è una delle cose che lui ha fatto prima di tutto è stato comprare, una ferrari, questo. Viveva in india. Si, è comprato la ferrari, perché, quello, che a lui piaceva, non. Era il discorso. Della. Macchina, in sé non, potevo anche piacere la macchina, ma. Era arrivare, nei posti con la ferrari. Quando. Arrivava nei grandi alberghi o, in altri posti, lui ha visto che secondo della macchina con la quale arriva li trattavano, in un modo piuttosto che in un altro, e. Lui ha visto che piaceva. Che noi venivano il trattato con rispetto. Riconosciuto. Le persone, lo guardavano, in un certo modo, eccetera, eccetera, quindi. Alla fine dei conti perché, voleva quella macchina. Perché. Volevo riconoscimento. Per, nutrire, un identità di, un'immagine, idealizzata di, se stesso che alla fine un'illusione. Perciò. Cerchiamo. Di diminuire. Anche. Se questo viene spontaneamente. Di non seguire. Più di tanto di, non prendere, le nostre scelte, le nostre decisioni basate. Su questi attaccamenti, che noi abbiamo ma. Se cercando. Di prendere, delle scelte basate. Su ciò che invece. Costruisce. Delle qualità, più profonde, nella nostra vita. Su. Quello che noi profondamente, e più importante fare, qualcosa, che va in accordo

2020-10-14 22:05

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