Il miliardario che compra un'isola di 3000 abitanti. Cosa potrà mai andare storto?

Il miliardario che compra un'isola di 3000 abitanti. Cosa potrà mai andare storto?

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Immaginate di avere tanti soldi. Di essere miliardari. Immaginate di prendere una cartina e puntare a caso il dito su un punto specifico del mondo. Immaginate che la vostra intenzione sia comprarvi quel pezzo di terra su cui finirà il dito indice. Immaginate che il vostro dito

finisca su un’isola sperduta nell’Oceano Pacifico. Più precisamente qui: alle Hawaii. L’isola in questione è una delle otto che compongono l’arcipelago e ha un nome ben preciso: Lanai. Ecco, immaginate di utilizzare qualche centesimo del vostro patrimonio miliardario per comprarvi Lanai. Tranquilli, il vostro venditore non è il governo americano, quello l’ha già svenduta da tempo, l’isola. Immaginate che ora Lanai sia vostra proprietà. E che i suoi abitanti si trovino improvvisamente a che fare con un nuovo governatore mai visto prima. Un governatore miliardario; uno che può decidere il bello e il cattivo tempo sull’isola e che può influenzare la vita di chi vi abita: immaginate che quel governatore si chiami… Larry Ellison Per chi non conoscesse Ellison, basterebbe dare un’occhiata a questa copertina di Bloomberg. Il “signore di Lanai”. Ma facciamo un

passo indietro: quest’oggi, visto che parliamo di isole, non ho potuto fare a meno dell’aiuto del nostro caro Alberto. Per dirla alla Troy McLure, vi ricorderete di Alberto per il suo canale Oddity Islands, canale dove parla esclusivamente di isole vicine e lontane, remote ed esotiche. Ebbene, Alberto, che per la cronaca è anche uno dei grafici del canale, ha molto da raccontarci quando si parla di isole e non ha esitato un istante quando gli ho proposto di partecipare al video Ora: ai più Ellison è noto principalmente per essere il cofondatore della Oracle Corporation, la terza multinazionale di software al mondo per fatturato e capitalizzazione, dietro solo a Microsoft e IBM. Attualmente, Ellison vanterebbe un primato non indifferente, attestandosi in quarta posizione tra le persone più ricche degli Stati Uniti, dietro Musk, Bezos e Gates, con più di 100 miliardi di dollari. A noi oggi però interessa sapere che, a parte gestire la Oracle, il nostro Ellison ha acquistato, nel lontano 2012, il 98% dell’isola di Lanai, e con essa le proprietà immobiliari presenti e i due hotel di lusso four season che danno lavoro a quasi tutti gli abitanti. Una storia degna di una favola Disney: mentre il 2% dell’isola restava nelle mani dello Stato delle Hawaii, dal giorno alla notte, una singola persona è diventata il capo di quasi tutti gli isolani, il padrone di casa. Un tempo si chiamavano signori feudali, oggi si chiamano magnati

filantropi. Dovete sapere che Lanai è una delle isole più piccole delle Hawaii, appena 364 km2. Pertanto, Ellison controllerebbe 356 km2, le uniche zone escluse sarebbero queste in nero. Lanai è soltanto una piccola parte del grande

impero di Ellison. Auto di lusso, yacht, ville, l'Indian Wells Tennis Garden, una squadra di vela dell'America's Cup, una delle chitarre di Bono, la Regina Elisabetta e pure la Morte Nera. “Un moderno Gengis khan”: così è stato definito il buon Ellison da suo biografo. A livello pecuniario, stando a Forbes, il prezzo dell’isola si stimava intorno ai 500-600 milioni di dollari. Effettivamente non proprio un sacrificio per Elliot: è stato un po’ come se avesse acquistato una Pandina usata, più o meno. Per mettere in prospettiva

la presunta cifra di 500 milioni di dollari, la Necker Island, isola privata di un altro miliardario, Richard Branson, era stata valutata all’acquisto 100 milioni di dollari. Cosa avrebbe potuto fare di meglio con quei soldi il nostro eroe? La butto lì: con quella cifra, arrotondiamo per molto eccesso a 500 milioni di euro, poteva ad esempio pagare 98 milioni di lezioni di inglese su Cambly, offrirle alla popolazione italiana tutta, e gliene avanzerebbero pure una ventina di milioni per chi vuole il bis. Quanti italiani sanno parlare fluentemente e correttamente l’inglese? Solo il 19%, che ci assicura il 26esimo posto nella classifica europea, di poco sopra la Bielorussia. Siamo sempre un punto sopra di te Lukashenko. Eppure in Italia l’inglese lo si studia fin da subito,

com’è possibile dunque questa nostra scarsa anglofonia? Semplice: insegnanti non madrelingua e poco contatto con la lingua parlata. E per quanto possa starci antipatico l'inglese, lavorativamente parlando serve, in un modo o nell'altro torna sempre. Tipo la matematica. Dannata matematica. C’è una soluzione altrettanto semplice però: Cambly. Cambly è una piattaforma di e-learning, quindi utilizzabile da remoto e comodamente a casa tramite App mobile o PC, che ci permette di seguire lezioni individuali d’inglese con insegnanti madrelingua. Che vi dobbiate preparare per un ricevimento a Buckingham Palace, o ad una festa del Ringraziamento nel profondo Mid-West, con Cambly non avrete problemi a trovare il vostro mentore. il punto

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Cambly offre una promozione: con questo codice, avrete uno sconto del 50% sui piani di abbonamento annuali, già bassi se considerato che una lezione costa poco più di 5 €. E con lo stesso codice potrete usufruire di una lezione di 15 minuti gratuita. Vi consiglio di affrettarvi perchè l’offerta non è per sempre, il tempo scarseggia e Lukone incalza. Ma a proposito di pazzi, torniamo al nostro yankee facoltoso. Lanai però non è nuova a questo genere di transazioni. Il proprietario precedente che ha venduto l’isola a Ellison era niente

popò di meno che David Murdock. Murdock lo conoscerete senz’altro, attualmente è il proprietario della multinazionale Dole Food Company. Quella delle banane, per intendersi in maniera molto grezza. All’epoca la prima preoccupazione degli isolani era che Murdock potesse vendere l’isola a chissà quale oligarca russo o sceicco del golfo, ma, come sappiamo, tra simili ci si intende e la scelta è ricaduta su Ellison, perché Murdock è tanto eccentrico quanto Ellison è bizzarro. Pensate solo che, alla vigilia del suo 88° compleanno, Murdock avrebbe confidato al New York Times la sua speranza più recondita: poter vivere fino a 125 anni. Tanto basta per capire il personaggio. Ma la vera questione è una: come si è arrivati a far sì che un singolo individuo potesse permettersi di comprare un’isola di proprietà dello Stato delle Hawaii? La risposta la possiamo trovare nella storia di Lanai, un’isola che di fatto è una proprietà privata – venduta e poi rivenduta – fin dal 19° secolo.

Alberto in realtà aveva preparato un contributo molto più ricco di informazioni curiose sui Signori di Lanai, ma per farlo stare in questi cinque minuti ha dovuto compiere tagli sanguinosi e purtroppo molte nozioni interessanti sono state omesse (e forse lo si può indovinare anche dal montaggio). Ma se volete recuperarle e conoscere i particolari dello strano passato di quest’isola, trovate il suo intervento senza tagli in un apposito video sul canale di Oddity Islands. Vi lascio il link a fine video. Tornando ai nostri tempi, per Ellison, a quanto pare, l’acquisto di Lanai non sarebbe paragonabile alla compravendita di un’auto di lusso, un capriccio, che ti fa perdere soldi, quanto piuttosto a un investimento, sul lungo termine. L’obiettivo sarebbe stato quello di trasformare l’isola in una destinazione turistica di lusso, rendendola una realtà autosufficiente, con energie rinnovabili, agricoltura sostenibile e auto elettriche. Insomma, uno dei soliti progetti visionari che vengono sempre in mente a chi ha almeno 7 zeri nel conto in banca tra azioni e patrimoni alle Cayman, nulla di nuovo sotto il sole. Per attuare questo progetto, Ellison ha fondato una società di gestione, la Pulama Lanai, con base sull’isola.

Stando alle dichiarazioni della Pulama Lanai, i primi passi prevedevano la costruzione di un complesso di ville private – una cinquantina, ognuna con più di cinque acri a disposizione – da distribuire sulla costa sud-occidentale (disabitata), e oltre a queste anche un terzo resort di lusso, più un ristorante stellato della catena Nobu (dato che, parole di Ellison, il cibo di Lanai sarebbe immangiabile). Ellison prevedeva di attirare turisti facoltosi, ampliando l'aeroporto di Lanai con una seconda pista che potesse garantire voli diretti dalla terraferma. Nel 2012 il nostro eroe magnate progetto inoltre la costruzione di un impianto di desalinizzazione con cui produrre acqua dolce nella speranza di espandere l’unico centro abitato, Lanai City, che si trova al centro esatto dell’isola. Ellison aveva anche altri grandi piani futuristici: un parco energetico, dove non solo i pannelli solari ma addirittura la fotosintesi delle alghe avrebbero donato energia elettrica alla comunità isolana, e un insieme di campi da coltivazione all’avanguardia, per rendere Lanai un'isola autarchica, indipendente dalle spedizioni di cibo e rifornimenti via nave dalla vicina isola di Oahu. La prospettiva era quella di veder raddoppiare i già 3000 abitanti presenti. Speranza che per ora è rimasta tale.

Spostiamoci per un attimo sulla vicina isola di Maui. Narra la leggenda che un principe hawaiiano di nome Kaulua... Kaulua-hau, non lo pronuncerò mai correttamente... ama fare scherzi un po' pesanti alla corte del re, suo padre. Così il monarca per punizione lo spedisce sulla vicina Lanai. Come se non bastasse questo esilio, si narra infatti che al tempo l’isola fosse disabitata fatta eccezione che per spiriti e fantasmi vari chiamati Akua-ino, dei degli incubi. Insomma, non una compagnia piacevolissima. Dopo essere riuscito a scacciare gli spiriti maligni, il principe accese un grande fuoco sulla costa orientale dell’isola. Il fuoco fu visto dalla vicina Maui e fu chiaro a tutti che

il giovane principe aveva superato al prova, si era riguadagnato il favore paterno e aveva dato il via alla colonizzazione di Lanai. Il leggendario Kaulua-hau fu quindi il primo Signore di Lanai, ma certamente non sarebbe stato l’ultimo. Gli abitanti di Lanai abitarono i loro villaggi di pescatori più o meno felicemente per circa 800 anni. Ma poi… arrivarono i Mormoni. Anno 1862. Un gruppo di seguaci della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, anche detti Mormoni, guidati da un certo Walter Murray Gibson, ottiene dall’allora Regno delle Hawaii un contratto di locazione per una zona dell’isola, zona che verrà costantemente ampliata fino agli anni 80 dell’800 comprendendo quasi l’intera Lanai. I contratti, pagati

coi soldi dei mormoni, erano però tutti intestati a nome di Walter Gibson. Quando la chiesa mormona lo scoprì, provvide subito a scomunicarlo, ma gli atti di proprietà erano legali e Gibson divenne dunque il secondo Signore di Lanai. Nel corso degli anni poi si è anche ammanicato un sacco con la corona hawaiana. Sta di fatto che Gibson spinse re Kalakawa

a compiere mosse politiche azzardate. Queste manovre contribuirono infatti a scatenare una catena di eventi che portò a un colpo di stato, alla formazione della seppur breve Repubblica delle Hawaii e all’imposizione della Costituzione del Regno delle Hawaii del 1887, una nuova costituzione che limitava fortemente lo spazio di manovra della Corona Hawaiiana e dava inizio alla transizione del potere dal re alle élite dell’isola, agli europei che vi vivevano e in definitiva agli americani. In tutto questo Gibson venne esautorato completamente, chiaramente non era più considerato persona gradita alle Hawaii, nemmeno nella sua Lanai. Scappò a San Francisco dove perì, senza un soldo, solo un anno dopo nel 1888. Tutti i possedimenti terrieri su Lanai passarono in eredità ai figli Henry e Talula, i quali fecero di tutto per liberarsene. Provarono

ad allevarci delle pecore, poi a coltivare la canna da zucchero, ma la coltura che sembrava funzionare meglio era l’ananas. Questa predisposizione di Lanai per la coltivazione degli ananas attirò l’attenzione di un uomo che di Ananas se ne intendeva. E non sto parlando di lui, ma di lui. James Drummond Dole, laureato in economia ad Harvard e proprietario di un’azienda di coltivazione e commercio di Ananas ad Oahu. Chi meglio di lui per indossare la corona del terzo Signore di Lanai? Nel 1922 Dole comprò la terra di Gibson per 1.1 milioni di dollari ed iniziarono i lavori.

L’interno dell’isola fu adibito a campi di Ananas, venne costruito un porto e una rete stradale degna di questo nome, e venne fondata Lanai City, una città ideale per ospitare i lavoratori dell’isola (in maggior parte giapponesi e filippini). Nel 1930 Lanai City contava 3000 abitanti e l’isola esportava 56.000 tonnellate di ananas all’anno. Dole fece di tutto per rendere la vita su Lanai piacevole per i suoi dipendenti. Affidava

i progetti urbanistici a progettisti e squadre di giardinieri avevano il compito di curare il verde di Lanai City, istituì un programma di atletica e fece costruire un campo da golf alla cui dodicesima buca molti anni più tardi si sarebbero sposati Bill e Melinda Gates (fan fact). Per 70 anni Lanai è stata una delle maggiori piantagioni di ananas al mondo. Poi, nel 1992, sull’isola vide il suo ultimo raccolto. La produzione oltre oceano aveva fatto crollare i prezzi degli ananas e gli standard di Lanai non erano più sostenibili. A quel punto però l’isola era già passata di mano due volte e a detenere lo scettro del Signore di Lanai ora era David Murdock.

Murdock è un perfetto esempio di american dream: un uomo di umili origini che si è fatto una fortuna da solo. Secondo di tre figli, quindi (Murdock in the Middle… chiedo scusa), nasce a Kansas City in Missouri nel 1923. Dopo la guerra si trasferisce a Detroit, ma le cose vanno male. David non ha nemmeno una casa ed è solo grazie ad un buon samaritano

che gli presta 1200 dollari per comprare una tavola calda che stava per chiudere i battenti che la sua vita cambia. Di li in avanti David Murdock darà inizio ad un circolo virtuoso di acquisizioni e vendite che lo porterà nel 1985 ad acquisire la Castle & Cooke, azienda che a sua volta controllava la Dole Food Company e con essa anche il 98% dell’isola di Lanai. La sua presenza su Lanai è abbastanza impalpabile. In tutto questo però c’è una cosa che

voglio sottolineare. Quando in questo video diciamo che Larry Ellison ha acquistato il 98% del territorio di Lanai, per quanto colossale sia questa operazione, non intendiamo che lo ha acquistato da decine o centinaia di proprietari diversi e nemmeno direttamente dallo Stato delle Hawaii. è dai tempi di Walter Gibson che l’isola di Lanai è al 98% sotto il controllo di un Signore. Dole prima e Murdock poi hanno sempre acquisito l’isola nella sua quasi totalità e oggi la corona del Signore di Lanai si posa su un nuovo capo: quello multimiliardario di Larry Ellison. Ellison ha visitato Lanai più volte, ma sempre lontano dagli occhi della popolazione. Diversi isolani avrebbero addirittura ammesso di aver ricorso alle sue biografie ufficiali per conoscere il futuro signorotto. Biografie con titoli decisamente inquietanti, come “La differenza

tra Dio e Larry Ellison”, con sottotitolo “Dio non pensa di essere Larry Ellison”. Alle primissime riunioni della Pulama, stando a questo articolo del New York Times, si parlava di “rispetto”, “miglioramenti”, “condivisione” e investimenti. Parole accomodanti; accomodanti come ancora oggi è il sito internet della società, dove si citano termini che vogliono dire tutto e nulla se non si portano progetti concreti, come “sostenibilità”. C’è

da dire comunque che l’inizio della nuova “gestione” a Lanai fu scoppiettante: nel giro di quattro mesi dall'acquisto di Ellison, la disoccupazione era scesa all'1,2% e i soldi sembravano circolare nell'economia dell'isola. Ellison concluse positivamente anche i primi progetti: un nuovo sistema di filtraggio dell'acqua, una piscina pubblica olimpionica e un cinema storico ristrutturato. Insomma, anche LVI ha fatto cose buone. Ma ben presto i problemi cominciarono ad arrivare: arrivarono anzitutto con la carenza di alloggi, incentivata dalla disorganizzazione della società di Ellison. Sull’isola ci fu infatti un boom di lavoro inaspettato. Operai, aziende edili e ingegneri affluirono in massa a Lanai, e le abitazioni che erano state comprate da Ellison furono tutte messe in affitto a prezzi esorbitanti ai nuovi lavoratori stranieri; gli isolani che non potevano più permettersi i prezzi maggiorati degli affitti, vennero sfrattati e allontanati. A fronte delle lamentele dei

locali rimasti, un nuovo progetto abitativo, con più di 150 case, venne annunciato soltanto nel 2021, ma da allora gli isolani hanno espresso preoccupazioni per la vicinanza del progetto a un impianto di trattamento di acque reflue, e per di più si tratterà esclusivamente di abitazioni da mettere in affitto. Di case in vendita a Lanai non c’è più traccia: a inizio giugno 2022 c’era soltanto una villa in vendita, con bella vista sulla spiaggia, al modico prezzo di quasi 8 milioni di dollari. Uno dei tanti a fare le spese di questi cambiamenti è stato l'isolano Chris Andrus. Andrus era addetto alla distribuzione dei quotidiani per gli hotel dell'isola. Con l’arrivo di Ellison e delle nuove direttive, i resort di lusso hanno annullato i contratti di collaborazione con Andrus, per dotarsi di IPad e rendere superfluo l’acquisto delle copie cartacee. Con l'attività in sofferenza, Andrus è quindi rimasto indietro con le bollette e a gennaio 2012 ha ricevuto un avviso dalla stessa società di Ellison, la quale ha rescisso unilateralmente il contratto di affitto.

Negli ultimi tempi Ellison ha dovuto comunque ridimensionare i piani: secondo notizie recenti, avrebbe rinunciato alla seconda pista per l’aeroporto e avrebbe limitato il budget, da qualche centinaio di milioni ad appena 27 milioni di dollari, per la costruzione di un terzo resort sulla spiaggia. Per quanto riguarda la tanto sbandierata sostenibilità, oltre a una fattoria idroponica, i risultati sarebbero magri, dato che sarebbe stata aggiunta a malapena una stazione di ricarica Tesla. Una colonnina tesla in un’isoletta in mezzo all’oceano come segno di sostenibilità. Da quando è scoppiata la pandemia, il controllo di Ellison sull'isola si è comunque costantemente rafforzato: lo dimostra l'acquisto di decine di case e attività commerciali, tra cui il principale negozio di alimentari dell'isola e l'unica stazione di servizio. Quello che spaventa di più gli abitanti di Lanai è l’essere finiti nelle mani di un nuovo proprietario al quale nulla interessa della loro situazione.

Nella realtà dei fatti quello che sta accadendo a Lanai è un vero processo di gentrificazione in miniatura, con la differenza che chi viene allontanato dal centro cittadino non finisce nelle campagne, ma in mezzo al mare, e poi su un’altra isola. È un esempio quanto accaduto a chi lavorava nella falegnameria Lanai Woodworkers, tra cui lo stesso Andrus prima che diventasse giornalaio: nel 2019, la società di Ellison avrebbe chiuso la falegnameria senza preavviso e spiegazione, lasciando i dipendenti senza lavoro e con la paura di essere sfrattati. Una “sfortuna” paragonabile a quanto avvenuto a un certo Nick Palumbo, proprietario di una scuola di surf in uno degli hotel di lusso, questo almeno fino a quando la solita sempreverde società di Ellison non sarebbe subentrata cambiando i termini del contratto di collaborazione. Il nuovo accordo avrebbe previsto una riduzione del salario di Nick di ben il 40%, dato che la Pulama – la società di Ellison – pretendeva il 90% del compenso derivante dalle singole lezioni. In aggiunta, la stessa Pulama, dal momento della sua costituzione, ha applicato a tutti i commercianti che operano a Lanai contratti di affitto dalla durata di appena 30 giorni, rinnovabili in base alla decisione dello stesso Ellison. Capite bene le implicazioni di questa politica: oltre a rendere la vita

imprenditoriale dei piccoli commercianti imprevedibile, i contratti di affitto a 30 giorni limiterebbero fortemente la possibilità di aprire nuove attività a Lanai, perché difficilmente una banca presterebbe capitali per l’avvio di un’impresa con contratto di locazione di soli 30 giorni. Che sia una strategia per dissuadere altri dal fare liberamente business nell’isola di Ellison è ovvio. Quello è il suo regno e tale deve restare. In tal senso, la preoccupazione più grande, lo scenario peggiore, espresso da chi vive da generazioni a Lanai è vedersi trasformare l'isola in un parco giochi per soli ricchi. E in parte

ormai lo è diventata. Una fetta di isolani è già andata via, trasferitasi altrove perché non sentiva più Lanai come casa propria, non riuscendo a tollerare il clima di insicurezza generato dall’arrivo di Ellison. Ed è forse questo l’elemento più triste della storia: il fatto che, così, da un giorno all’altro, un singolo individuo possa volgere, in peggio, il destino altrui. Di fronte a tutto questo, effettivamente la descrizione che BusinessWeek fa di Ellison non sembra poi così tanto stonare: “un re dei tempi moderni”. Il senatore

Bernie Sanders lo aveva già ribadito: a differenza di quanto potremmo credere, gli oligarchi che possono disporre a loro piacimento della nostra vita non vivono soltanto in Russia. Uno di questi oligarchi vive in un’isola che C’È, un’isola dove non esistono semafori, un’isola sperduta nell’Oceano Pacifico. Per aspera ad astra, che c’è bisogno che ve lo dica?

2022-08-25 14:20

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